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Storytelling, narrazioni e multimedialità

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Trovo sempre più interessante nel lavoro di chi scrive cercando l’equilibrio tra valore, utilità e capacità di creare un filo narrativo comune tra elementi diversi la varietà, perché credo che nella varietà di strumenti, piattaforme, parole, contenuti e informazioni che possiamo veicolare all’esterno stia il vantaggio di sperimentare nuove forme di narrazione e scrittura capaci di contaminarsi, svilupparsi, modularsi e integrarsi. Interessante, no?

Cerco, con questo articolo, di dare qualche spunto che possa servire per provare a cambiare l’approccio alla produzione dei contenuti finora usato: un approccio che avrà portato i risultati aspettati oppure quelli che il cliente aveva prefissato in sede di consulenza ma, credo, ci possa essere un potenziale di più alto livello non ancora ben considerato che sarebbe un peccato non valutare.

Viviamo in uno stato di iper connessione costante, possiamo valorizzare la combinazione tra offline e online, siamo protagonisti delle storie che raccontiamo e lo siamo, allo stesso modo, di quelle che leggiamo, creiamo interazioni continue in tempo reale all’interno di quello che viene percepito come un tempo virtuale, gli scenari sociali, economici e culturali evolvono così velocemente da trasformare in opportunità ciò che fino a poco tempo fa nemmeno si immaginava, il nostro messaggio raggiunge un numero di persone che mai avremmo pensato ed è all’interno di questo contesto fluido sempre nuovo che cerchiamo di dare forma, sostanza e significato al nostro scrivere, uno scrivere che oggi più che mai incide sull’emotività delle persone in modo differente rispetto a un tempo, più profondo direi attraverso il quale tutto riporta all’esperienza. Quando questa risuona il lettore si appassiona e, come quotidianamente accade, entra a far parte della storia diventandone parte attiva.

Un cambiamento non di poco conto, vero?

Aggiungiamo la molteplicità delle piattaforme e il fatto che possano essere integrate da video, grafiche, mappe, applicazioni, animazioni, foto, suoni: tutto quello che viene chiamato storytelling, a volte banalizzando molto, si è evoluto così tanto da farci parlare di storytelling multimediale e, in alcuni casi, transmediale. Questa evoluzione necessita di maggiore competenza, capacità e professionalità per evitare che un progetto interessante diventi il sunto fatto male di qualcosa che non sia in grado di reggere il valore di questo cambiamento.

Non stiamo parlando di semplici storie raccontate per attirare l’attenzione di qualcuno o per vendere qualcosa. Stiamo parlando di tecniche narrative applicate alla produzione di contenuti in contesti digitali, e non solo, sempre più complessi di cui non possiamo non tener conto se vogliamo che quello che produciamo sia performante da un lato e valoriale dall’altro. Abbiamo strumenti di grande potere di cui dobbiamo avere consapevolezza e comprensione e abbiamo la possibilità di metterci costantemente in gioco unendo e mescolando gli elementi in modo non convenzionale. Credo sia un bel vantaggio se si impara a farne tesoro.

La progettazione narrativa diventa un passaggio fondamentale sul quale si deve lavorare bene sin dall’inizio per creare la struttura di supporto principale, la scelta della storia rappresenta l’elemento su cui puntare e sul quale non si deve sbagliare, la scrittura dello storyboard è un esercizio di grande cura e attenzione per i dettagli dal quale far dipendere, in seguito, la scelta dei media di diffusione così come la declinazione del messaggio, del linguaggio e del tono senza dimenticare il pubblico o i pubblici di riferimento.

Nel momento in cui il lavoro arriva a questo livello la qualità diventa un fattore determinante.

Tutto deve puntare al massimo e nulla deve essere lasciato al caso o, peggio ancora, essere improvvisato perché solo così potremmo ottenere il massimo risultato, coinvolgimento ed equilibrio tra gli elementi in gioco.

Non è un lavoro semplice, servono attitudine, cultura, propensione e la volontà di mettersi in discussione ma è, senz’altro, molto interessante.

Oggi quello che scriviamo e raccontiamo può davvero creare un cambiamento e di questo dobbiamo essere responsabili.

Rossana Cavallari
WRITTEN BY

Rossana Cavallari

Racconto temi difficili attraverso la semplicità delle storie. Le parole sono il mio strumento di lavoro. Giornalista da oltre dieci anni collaboro con diverse realtà editoriali, mi occupo di comunicazione sociale, etica della comunicazione e linguaggio applicato ai nuovi media. Svolgo attività di ufficio stampa, curo progetti formativi rivolti a professionisti del mondo dell'informazione e della comunicazione, scrivo progetti di comunicazione per il terzo settore (ma non solo).

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