Quante volte la vita ti ha dimostrato che programmare le cose non funziona? Fare programmi a lunga durata non conviene. Basta pescare la carta degli imprevisti ed eccoti dentro un altro programma che ti fa saltare i programmi.
La vita e il lavoro sono vasi comunicanti; l’entusiasmo sul lavoro influenza la vita, i sorrisi della vita influenzano il lavoro. Chi crede sia possibile scindere questa coppia che si tiene per mano sta vivendo un’illusione; sta combattendo un’utopia. È da questa consapevolezza che sono partito in un viaggio di ripensamento su tutto ciò che è il mondo digitale, i social media manager, il web marketing, le regole in cui credere, l’amore, il digital detox e la creatività.
Perché solo post in piedi? Perché in piedi sei più naturale, scrivi e pensi meglio. È quando ti siedi, nella vita e nel lavoro, che cominci a fare sempre le stesse cose. Nel social media marketing ci si siede troppo spesso. Si replicano schemi perché hanno funzionato già per altri, si seguono regole che qualcuno ti ha detto, si prova così poche volte a cambiare le cose.
Abbiamo bisogno di credenze alle quali aggrapparci e cerchiamo costantemente conferme. È per questo che proliferano i guru del social media marketing. Li vediamo ogni giorno salire con l’ascensore sul monte Sinai del deserto del digital. E da lassù scrivono e postano i comandamenti dei social. Cosa non fare e cosa fare, cosa funziona e cosa no, gli errori capitali, il vademecum, le guide definitive. In moltissimi li seguono e poi a loro volta condividono il verbo.
Intendiamoci, apprezzo e seguo anche io alcuni professionisti italiani e non, mi serve per tenermi sempre aggiornato, ci sentiamo, chattiamo, cerchiamo di risolvere insieme alcuni misteri di Facebook, bug che nascono a sorpresa, business manager che non funzionano, ads mai accettate, e tanto altro ancora ad libitum sfumando. Ma seguirli, scambiarsi opinioni, non mi toglie mai il dubbio. Il dubbio (pro)positivo di provare a fare qualcosa di diverso.
Ti faccio un esempio. Gli orari di posting.
Per anni e anni ti hanno detto che bisognasse postare necessariamente tra le 14 e le 16. E lì tutti a programmare post in quell’orario. Perché? Perché l’assunto è che le persone dopo pranzo hanno tempo libero per navigare prima di tornare a lavorare. Le persone quali? Le persone di una pagina che gestisco amano i post alle 6:30 del mattino, come mai? Le ho studiate, ci ho parlato. Le persone sono diverse.
Ti faccio un altro esempio? La lunghezza dei post.
Per anni e anni e anni ti hanno detto, o ti stanno dicendo, che i post lunghi non funzionano. Che ci vuole sempre una foto per aumentare le condivisioni. Le condivisioni di chi? Chi l’ha detto che i post lunghi non funzionano? Cosa significa funzionare? Spesso posto la notte poco prima di andare a dormire perché sento che quel post deve essere pubblicato subito. Ci sono sogni che non possono rimanere nel cassetto troppo a lungo.
Ti faccio un altro esempio? I loghi.
Ti hanno detto che devi assolutamente inserire i loghi nelle foto o nelle immagini che posti? Perché così, se la foto verrà condivisa, l’azienda avrà più visibilità e la tanto famigerata awareness sarà raggiunta. Perché? Non inserire loghi, se non ci sono loghi le persone condividono di più; le persone non vogliono condividere i tuoi loghi, vogliono condividere i tuoi contenuti. Fà sì che i tuoi contenuti siano il tuo logo, riconoscibili, memorabili.
Te ne faccio un altro (ne ho tanti di esempi). Il calendario editoriale.
La schiavitù del calendario editoriale ti fa perdere l’amore. L’amore per ciò che fai e l’amore per le persone a cui scrivi. Il dialogo sui social media è sempre one to one. Parli sempre ad una persona, non al pubblico. E io le amo tutte, una alla volta. Non posso farne a meno. Se puoi farne a meno puoi cambiare mestiere.
Il calendario editoriale ci sta ma gestire una pagina aziendale facebook come se fossi una redazione giornalistica non ha più senso, non l’ha mai avuto.
Ci sta avere un canovaccio sempre pronto, un tone of voice ragionato, uno stile per le grafiche ma poi devi andare di cuore. A sentimento. Se hai qualcosa da dire, dilla, a qualsiasi ora, anche se posti più volte. Senza timore ma con l’amore.
Ti hanno riempito di regole, quasi che questo lavoro fosse una scienza esatta. Hai mai vissuto un amore come una scienza esatta, programmata, replicabile? No.
E allora prova, prova in un lavoro e in un mondo in cui puoi testare tutto, provare, sbagliare, ricominciare. E prima di tutto studia le persone. All’università studiavo le mappe dei target, gruppi di persone etichettate per genere, lavoro, capacità di spesa, livello culturale. Ma le persone non sono birilli da centrare con i nostri post. Non sono raggruppamenti sociodemografici, sono molto di più.
Una regola sì, voglio scriverla anche io: chiediti sempre come l’azienda per la quale stai lavorando aiuta le persone a risolvere un problema, piccolo o grande che sia, durante le loro giornate. Alzati, non fare programmi, non li programmare i post, solo post in piedi.