Una delle frasi più citate online recita “quando qualcosa è gratis il prodotto sei tu”: tutti noi usiamo quotidianamente applicazioni e altri servizi gratuiti, come i social network, senza pensare troppo al perché un’azienda dovrebbe sviluppare e diffondere un prodotto gratuitamente. La verità è che la moneta con cui paghiamo questi servizi sono i nostri dati personali: email, abitudini e preferenze d’acquisto, geolocalizzazione, fino ad arrivare ai “dati sensibili”, che riguardano le condizioni di salute, l’orientamento sessuale, l’origine etnica e le convinzioni politiche.
Da un po’ di anni a questa parte, per fortuna, c’è sempre più attenzione nei confronti della privacy e della sicurezza online. Con l’entrata in vigore del GDPR, il nuovo Regolamento europeo sulla privacy, anche i grandi colossi del web sono stati costretti ad adeguare norme e termini di servizio alla normativa europea: ad esempio, Google ha spostato la gestione dei dati personali dalla sede americana al proprio quartier generale in Irlanda, introducendo nuovi sistemi per la protezione dei dati personali.
Nonostante ciò, Google è stata colpita da numerosi scandali riguardanti la privacy. In particolare, ad agosto di quest’anno, l’azienda è stata al centro di un’indagine sulla creazione di “profili ombra”, vere e proprie pagine web nascoste in cui si raccoglievano i dati degli utenti, per poi condividerli con gli inserzionisti e aiutarli a creare delle pubblicità personalizzate. Sempre nello stesso periodo, la piattaforma YouTube è stata accusata di violazione della privacy per aver raccolto dati di minori, senza il consenso dei genitori: l’azienda di Mountain View è stata condannata al pagamento di una multa milionaria senza precedenti, ben 170 milioni di dollari.
Non è la prima volta che Google si ritrova al centro di vicende giudiziarie riguardanti la privacy e l’uso scorretto dei dati personali dei propri utenti. E di certo non sarà l’ultima, anche se Big G sta lavorando alacremente per riconquistare la fiducia degli utenti. Difatti, agli inizi di settembre, l’azienda ha annunciato una versione open-source della propria library, basata sulla differential privacy: in parole semplici, Google ha fornito gratuitamente l’accesso al proprio database di informazioni aggregate a ogni sviluppatore o organizzazione che voglia costruire un sistema per analizzare i dati a fini statistici. Il database è stato strutturato grazie alla tecnica della “privacy differenziale”, ovvero è stato “sporcato” in modo da non permettere l’identificazione del singolo e garantire la privacy.
Insomma, Google sta facendo il possibile per dimostrare che tiene davvero alla sicurezza e alla privacy delle persone, come spiega bene sul suo blog e sulle pagine dedicate alla sicurezza online. Vediamo meglio nello specifico cosa puoi fare tu per proteggere i tuoi dati personali.
Google e la sicurezza online
Per proteggere le tue informazioni personali, nel mio precedente articolo su Google Travel, ti avevo già consigliato di attivare la verifica in due passaggi per l’accesso al tuo account Google. Oggi voglio ricordarti altre semplici regole per la tua sicurezza:
- Presta la massima attenzione a ciò che scegli di condividere online: dalle foto alle informazioni personali, tutto ciò che posti sui social network può essere usato da malintenzionati;
- Controlla periodicamente le applicazioni sul tuo smartphone e verifica quali permessi richiedono: alcune applicazioni, ad esempio, richiedono l’accesso alla tua rubrica telefonica, ai tuoi file e alle foto, anche quando non è strettamente necessario per il funzionamento dell’applicazione stessa;
- Imposta il blocco automatico del tuo dispositivo: così eviterai che altri possano usarlo in un momento di distrazione;
- Se usi un computer pubblico o condiviso con altri, non salvare le tue password: ricorda sempre di fare log-out dalla tua email o dai tuoi account social, anche se usi sempre lo stesso dispositivo. Un malintenzionato potrebbe hackerare il tuo computer o il tuo telefono e avere così accesso ai tuoi account e rubare le tue password.
Un’altra buona norma per la sicurezza è quella di cancellare regolarmente la cronologia di navigazione e controllare il registro delle tue attività: Google sa tutto di te! Ne sei consapevole?
Google e la privacy: come controllare il registro delle attività
Se hai un account Google tutte le tue attività e la cronologia di ricerca vengono salvate in automatico all’interno del tuo account: hai il controllo delle informazioni che condividi con Big G?
Per verificare quali informazioni Google ha su di te, devi loggarti all’interno del tuo account e cliccare sulla tua foto; si aprirà un menu a tendina, dal quale potrai scegliere la voce “Gestisci il tuo account Google” e atterrare sulla pagina dedicata in cui troverai le tue informazioni personali, i dati sulle ricerche effettuate e i luoghi visitati, informazioni sulla sicurezza, i tuoi contatti, gli abbonamenti, gli acquisti e i metodi di pagamento salvati: ti avevo detto che Google sa tutto di te, no?
Per ogni voce puoi scegliere quali dati condividere e come gestire la tua privacy. Ad esempio, cliccando su “Dati e personalizzazione” potrai modificare le impostazioni sulla privacy, scegliere quali dati salvare sul tuo account Google e cancellare la cronologia delle tue ricerche e dei luoghi visitati.
No, non voglio metterti paura o spingerti a non usare più Google! Smettere di usare internet e la tecnologia è certamente fuori discussione in un mondo iper-connesso come il nostro. Ciò che è davvero importante è avere consapevolezza di quali dati personali vengono salvati ed esercitare il tuo diritto alla privacy.
Corri subito a controllare il tuo account Google e rendilo più sicuro!