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Dai social guru alle realtà aziendali

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Uno dei primi grandi problemi a livello aziendale che abbiamo oggi nel nostro paese soprattutto quando si parla di far crescere le aziende è l’illusione di come sia semplice ottenere enorme grande visibilità e risultati quantificabili su web e social.

La realtà a livello aziendale invece dimostra che è veramente complesso ottenere risultati che rispecchiano gli obiettivi realmente fissati e molte aziende si lamentano ancora oggi che non riescono a vendere o ad avere la giusta visibilità attraverso il web e i social.

Il problema è che il digitale, soprattutto il digital marketing, è stato visto da tante aziende come un qualcosa che risolvere tutti i problemi aziendali semplicemente schiacciando un bottone oppure che permette di ottenere una visibilità grazie ad esempio ai social.

E qui abbiamo il classico effetto iceberg a illudere chiunque, pensando che solo la presenza, magari coadiuvata da vanity metrics o comunque il solo piano editoriale di un progetto social di qualsiasi tipo possa portare subito i risultati

In parte questo dipende anche da quello che vediamo proprio su queste piattaforme: web e soprattutto social sono pieni di numeri, video informativi, personaggi che magari svolgono questo lavoro e millantano risultati o community di seguaci.

Sicuramente molti di loro hanno risultati, hanno una community anche se basta analizzare i commenti sui social e troviamo sempre le stesse persone, fateci caso…

In azienda cade il castello dei re dei social

Le realtà aziendali sono invece ben diverse anche se non sono esenti anche loro da mode.

Se sui social sono anni che si continua a parlare di Storytelling e Growth hacking e il video sembra l’unica forma vincente di Content marketing, anche le aziende non sono esenti da mode come la spasmodica ricerca di questi ultimi anni del più efficace Brand Purpose.

Mode, guru e trend possono portare però alla cosiddetta paralisi della conoscenza dell’informazione, soprattutto per le figure apicali, definite C-level, che rimangono spesso bloccate perché non comprendono tutti i meccanismi e quindi magari svolgono solo una parte dell’attività prevista proprio per paura di fare il passo sbagliato perché la situazione è molto più complessa di quello che si pensa.

Inoltre nonostante i video dei vari guru del marketing ci dicono cosa fare e cosa non fare, di fatto in azienda, il marketing è spesso l’ultima delle priorità cioè è l’ultima cosa che viene presa in considerazione e in parte dipende anche da questo meccanismo.

Capita quindi che il budget per il marketing viene concesso solo se le cose vanno bene (senza sapere esattamente come misurarle) poi se le cose vanno male, la prima cosa che andiamo a tagliare è proprio il marketing. 

Un altro problema è la proposta di progetti di digital marketing che viene rivolta all’azienda: ci troviamo di fronte a delle ricette preconfezionate legate alla cosiddetta “comfort zone” dell’agenzia dove chi è più creativo spinge sulla creatività sui social, chi scrive bene sullo stroytelling e il content marketing e chi viene da un’esperienza di programmazione basa tutto su SEO e ottimizzazione del sito web.

Rispettare la storia e i valori aziendali

Questo nasconde un altro grande problema: quello del poco ascolto.

La maggior parte degli approcci da parte delle agenzie sono infatti totalmente focalizzati sui propri case study o risultati raggiunti, sul far vedere quali sono gli approcci e le qualità specifiche di quell’agenzia o a quale social guru si fa riferimento, con la solita scusa della grande community di seguaci (ahimè sempre di vanity metric si continua a parlare)

Ogni azienda ha una storia, una modalità di lavoro e anche se siamo figli nel digitale e la prima cosa che ci fa star male è quando ci si sente dire “si è sempre fatto così”, la storia e le abitudini aziendali vanno rispettate per cui ci sono comunque delle dinamiche che devono essere integrate.

La storia e anche la modalità lavorativa di un’azienda non può essere completamente stravolta perché arriva il digitale: deve essere accompagnata e deve essere in qualche modo supportata proprio dal digitale, quindi non si può partire con delle ricette preconfezionate. 

Il valore dell’azienda, del prodotto, del servizio è proprio la base di partenza per progetti realmente efficaci, chiamati integrati, dove si deve trovare il valore che fa la differenza, non solo il valore interno, ma anche come viene percepita l’azienda all’esterno.

Alla fine quindi gira e rigira si parla sempre di marketing e di analisi che sono discipline tradizionali, ma applicate a strumenti digitali che tra l’altro ci permettono di ottenere oggi molti più dati. Quindi diffidate sempre dalle semplici ricette, metodi e bottoni magici che vi propinano sui social. se il vostro obiettivo e lavorare in azienda o per le aziende dovete completamente cambiare approccio: ascoltare, analizzare e proporre strategie e attività su misura.

Francesco De Nobili
WRITTEN BY

Francesco De Nobili

Francesco De Nobili è Digital marketing manager con esperienza pluriennale in consulenza, ricerca e formazione in Digital marketing integrato. È docente in diversi Atenei e Master di alta formazione italiani ed è e divulgatore digitale nei più importanti eventi di Marketing e Business in Italia e attraverso il suo sito francescodenobili.it. È autore per Hoepli dei bestseller Digital marketing integrato, SEO Google e Strategie di content marketing.

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