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Selfie: pillole per l’uso

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Se teniamo accesa la mente ed osserviamo quello che accade, guardando anche da fuori in modo impersonale, possiamo capire che forse il pubblicare quell’immagine o l’inviarla a quel ragazzo che mi segue su Instagram che me l’ha chiesta senza conoscerlo direttamente, è un’azione che non dovrebbe essere fatta e che ha i suoi nessi causali, un prima e un dopo, delle conseguenze che posso non prevedere e che se mi fermo a pensare forse posso captare nella sequenzialità degli eventi. 

Se questo vale per il cervello degli adolescenti, che agisce senza il controllo del monito/guida della corteccia prefrontale che mette in guardia dai pericoli e che deve ancora completarsi nella sua struttura, gli adulti hanno in mano lo strumento dell’osservazione per captare quei nessi casuali sia nel loro agire, sia per comprendere l’agire dei ragazzi, cercando di orientarli al meglio e di educarli all’azione attiva nella rete che necessita di un ragionamento costante e di un’attenzione focalizzata sul qui ed ora, tenendo sempre a portata di mano lo spazio reale di condivisione affettiva e relazionale sul quale si costruisce e si fonda il benessere psicologico dell’essere umano. Cervello attivo, che le neuroscienze ci aiutano a comprendere e che abbiamo oggi la possibilità di fotografare nella sua attività reale, che è il nostro miglior alleato per sfruttare al meglio le potenzialità della rete. 

Vi lascio con un fermo immagine di un adolescente come momento condiviso per iniziare a riflettere insieme, dove siamo e soprattutto come e dove stiamo andando per prendere in mano consapevolmente la nostra rotta di navigazione: 

Flaminia [18 anni]: Ilaria, ha cambiato la foto del profilo, e Alessandro ha postato una foto con Ilaria al diciottesimo di Giulia. Due più due fa quattro, non è possibile questa coincidenza, penso che si sino messi insieme perché la foto che Ilaria ha messo è di quel giorno, l’avevo incontrata la sera con quel vestito e non credo proprio conoscendola che lei sia passata a casa a cambiarsi. Lei e Alessandro mi hanno presa per stupida per caso? Poi parla lui, che mi ha mandato il messaggio dicendomi non uscire, non voglio che esci senza di me perché sono geloso, mi ha installato un App sul cellulare che gli dice tutti i miei spostamenti e io cretina che sono glielo ho fatto fare, ma caspita lui che fa? Va alla festa e tresca con Ilaria? Lei che dice? Quanto vorrei vedere le conversazioni tra loro due. Oggi cerco di prendergli il telefonino, anche se ha l’impronta digitale per accedere.

Barbara Volpi
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Barbara Volpi

Psicologa, psicoterapeuta, PhD in Psicologia Dinamica e Clinica, collabora con il Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica della Sapienza – Università di Roma, è docente al Master di II livello sul Family Home Visiting, presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica- Sapienza- Università di Roma e presso l’Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica [SAPP] di Roma. È membro dell’Italian Scientific Community on Addiction della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Politiche Antidroga e Socio Fondatore della SIRCIP [Società Italiana di Clinica, Ricerca ed Intervento sulla Perinatalità). È autrice di numerose pubblicazioni e articoli di ricerca, e interventi sul tema dell’Educazione Digitale. Tra le sue ultime pubblicazioni segnaliamo: «Gli adolescenti e la rete» (Carocci, 2014) e per il Mulino «Family Home Visiting» (con R. Tambelli, 2015) e “Genitori digitali. Crescere i propri figli nell’era di internet” (2017).