Cos’è il personal branding?
La definizione di personal branding è “Impostare una strategia per individuare o definire i tuoi punti di forza, quello che ti rende unico e differente rispetto ai tuoi concorrenti. Comunicare in maniera efficace cosa sai fare, come lo sai fare, quali benefici porti e perché gli altri dovrebbero sceglierti.”
Vale solo nell’ambito professionale? No. Oggi gli altri, più o meno consapevolmente, tengono sempre conto del tuo personal branding, quando entrano per la prima volta in contatto con te.
C’è chi dice: “Senza personal branding sei semplicemente uguale a tutti gli altri”. Niente di così drammatico. Semplicemente, se non sei tu ad operare attivamente e strategicamente sul tuo personal branding lasci che siano gli altri a decidere per te e a interpretare liberamente una serie di informazioni casuale, come accadeva di default in passato, prima dei social media.
Personal branding: l’opportunità di trovare il tuo posto nel mondo.
Una volta raggiungere il successo si riassumeva nel “Diventare qualcuno”, ovvero nel raggiungere uno status di prestigio, degno di rispetto e di riconoscimento collettivo, rispettando certi canoni: estetici, culturali e sociali.
Dal ‘68 in poi le cose iniziano a cambiare. C’è più varietà di scelta, di valori e di percorsi, ma a ciascuno corrispondono un’ insieme di scelte e di caratteristiche ben definite, persino in termini di look. Si passa dal diventare qualcuno al trovare se stessi, ma sempre attraverso una serie di valori universali. Èuna sorta di primo personal branding collettivo e guidato.
E oggi? Oggi puoi essere te stesso. La società è diventata fluida: ci sono meno schemi condivisi, meno sentieri tracciati. È possibile lavorare sulla propria immagine individuale in modo libero, per rispondere a una varietà infinitamente maggiore di profili lavorativi e mostrare le proprie competenze a un potenziale datore di lavoro senza il filtro della distanza fisica, dei rapporti sociali o delle referenze.
Il personal branding è una grande opportunità, perché siamo noi ad avere gli strumenti per definire e comunicare noi stessi, attraverso maggiori strumenti di interazione e relazione che controlliamo direttamente, primi tra tutti i social media.
Personal branding: c’è una formula per il successo?
No, però c’è un approccio di successo al personal branding in 10 semplici step.
Un buon personal branding è sincero
Gli effetti speciali non sono per forza necessari, a meno che essere fuori dalle righe non faccia parte integrante della tua personalità. Non c’è niente di peggio che mostrarsi “leoni da tastiera” e rivelarsi poi pecorelle smarrite. Individuate il mix di caratteristiche e qualità che ti contraddistinguono e punta su quelle.
Un buon personal branding è integrato
Non è obbligatorio comunicare attraverso tutti i social media esistenti al mondo ma sarebbe bene valutare quelli che potrebbero aiutarci nel nostro obiettivo professionale e personale, utilizzandoli e gestendoli al meglio, per dare di noi un’immagine completa. Ci sono social generalisti, come Facebook e Instagram, che servono principalmente a relazionare, a dare di noi un’immagine personale. Altri social invece vanno scelti perché costituiscono una rete di specialisti: Vimeo se sei un Videomaker, Pinterest se sei un architetto o Behance se sei un art director.
Un buon personal branding è coerente
“Che bello: oggi ci sono tanti social media, quindi posso mostrarmi in tanti modi diversi.” Sbagliato. Può cambiare lievemente il linguaggio e soprattutto variano temi trattati e modalità di interazione, ma l’impressione che devi dare di te deve essere univoca. Sfaccettata magari, ma con delle caratteristiche sempre evidenti e presenti, su tutti i social. Oggi è molto probabile che il tuo titolare ti segua su Instagram e che i tuoi amici cerchino di capire che lavoro fai su LinkedIn.
Un buon personal branding è consapevole
Ricordiamoci che “scripta manent” … e sui social più che mai! La regola per non sbagliare? Vedi alla voce “Leoni da tastiera”. Comportiamoci sui social come ci comporteremmo nell’interazione faccia a faccia e difficilmente ci pentiremo di ciò che postiamo. Quindi sì a gioco, ironia e anche alla condivisione di temi “impegnati”, se sono temi che ti stanno a cuore, ma sempre con equilibrio e consapevolezza: dietro lo schermo c’è sempre qualcuno che legge, con la propria sensibilità e suscettibilità.
Un buon personal branding è aggiornato
I social sono in continua evoluzione e ad ogni aggiornamento ogni piattaforma offre sempre più tool per arricchire i propri contenuti e renderli più interattivi e di appeal, regalando ai feed freschezza e novità. Stai sul pezzo e utilizzali. Una pagina con contenuti old fashioned è come un CV cartaceo nel formato europeo: da evitare!
Un buon personal branding è targettizzato
Come dicevamo, dietro allo schermo ci sono persone, e dietro a quelle persone potenziali collaboratori. Per questo, soprattutto sui social più specialistici e verticali sul nostro business, rimaniamo aderenti ai nostri obiettivi e cerchiamo di postare contenuti e di seguire gruppi ed eventi che possono ingaggiare le persone che ci interessa colpire e coinvolgere. Anche l’interazione diretta può funzionare, magari taggando la persona di riferimento e chiedendo la sua opinione su un tema di comune interesse.
Un buon personal branding è interattivo
Se si chiamano social media, un motivo c’è. Esattamente come nella realtà, se fai una domanda e poi pensi ad altro quando l’interlocutore risponde, non verrai messo nella lista dei più simpatici, e neppure in quella dei più affidabili. Il punto è evitare di essere autocelebrativi, rivolgendo la propria attenzione agli altri e interagendo con loro: fai domande, fai sorridere, e soprattutto rispondi ai commenti!
Un buon personal branding è quotidiano
Non c’è niente di più triste di una serie infinita di profili fantasma, senza aggiornamenti, o con gli stessi identici contenuti. Un’altra cosa fondamentale è l’attualità di ciò che posti. La funzione “condividi un ricordo” di Facebook sta creando dei veri mostri! Le persone che interagiscono con te vogliono vederti per quello che sei e che fai oggi, non per come eri alle medie. Quindi bando ai sentimentalismi e occhi sul presente, con contenuti che raccontano la tua esperienza vera, viva e quotidiana.
Un buon personal branding è generoso
“Ho appena finito un bellissimo progetto ma non lo posto sui social perché ho paura che me lo copino o che me lo critichino.” Forget it! Compatibilmente con la privacy del proprio cliente e magari senza svelare tutte le features tecniche, per avere successo sui social bisogna essere generosi, senza timore di plagi e senza riserve. È il prezzo della visibilità! I tuoi progetti, le tue idee e le tue competenze sono ciò che ti contraddistinguono dagli altri e i social sono un palcoscenico a cui oggi nn si può rinunciare.
Un buon personal branding porta a contatti reali
Definito il fatto che il personal branding serve a tutti, e non solo a blogger e influencer, c’è un altro aspetto fondamentale da evidenziare. A meno che l’unico scopo non sia quello di essere popolari sui social, è necessario che l’interazione con i propri contatti passi dalla dimensione dei social a quella reale. Come riuscirci? Senza svelare ogni cosa! Mostriamoci sempre per quello che siamo, ma non completamente. Il nostro scopo è quello di colpire il nostro pubblico target con i lati più affascinanti dei nostri interessi e delle nostre competenze ma senza esporci del tutto: lascia la voglia e la curiosità di conoscerti di persona, magari mostrando angoli della tua sede e del tuo shop, invitando le persone a contattarti in privato e a concordare un appuntamento nella “vita reale”.