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I minori, lo sport e il microblogging di Telegra.ph

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giocatore pallamano

La rivoluzione tecnologica che ha investito la cultura e la vita delle persone negli ultimi 20 anni ha creato un gap concreto tra le diverse tipologie di apprendimento delle persone. Ciò ha fatto in modo che, a livello di formazione, crescessero generazioni molto differenti tra loro, a distanza di poco tempo l’una dall’altra. Come lo sport può essere d’aiuto per accompagnare i ragazzi nella costruzione culturale di linguaggi e metodologie di apprendimento?

Creare una cultura sportiva legata alla costruzione di storie, utilizzando gli strumenti tecnologici,può essere un allenamento efficace da proporre ai ragazzi in età scolare non solo per scoprire il potere delle piattaforme di microblogging anonime ma anche per rivalutare l’efficacia della scrittura creativa legata allo sport e arricchire il linguaggio e l’attitudine alla lettura e alla scrittura.

Partiamo dal presupposto che lo sport è in grado di affascinare e coinvolgere i più giovani (e non solo) con le sue dinamiche legate alla massima espressione di alcune discipline che, per diversi motivi, affascinano e attirano il loro interesse. Di contro la tecnologia e le nuove piattaforme, come Instagram ad esempio, attirano i più giovani per raccontare e raccontarsi.

Lo smartphone: uno strumento potente in mano ai nostri figli

Naturalmente i limiti e le criticità sono moltissime. Siamo così immersi e proiettati verso un universo sempre più digitalizzato che non teniamo in considerazione quali siano i paletti reali che i nostri figli abbiano per evitare di incorrere nell’utilizzo errato del digitale. Basti pensare che il problema nasce a priori: dotiamo i giovanissimi di smartphone potentissimi, vere e proprie porte d’accesso verso il mondo, attraverso contratti telefonici intestati a noi stessi, visto che loro non avrebbero capacità di contrattualizzare l’acquisto di una banale SIM telefonica. Gli operatori si sono però adeguati consentendo ai minori l’intestazione delle schede telefoniche (a partire dagli 8 anni d’età) se accompagnati da un genitore che, all’atto dell’acquisto, ne autorizzi il rilascio. Da qui nascono tutte quelle opportunità di violare le più banali regole legate all’accesso alle più utilizzate piattaforme del panorama dei non luoghi digitali.

Il GDPR, Social Media e minori: regole e normativa

L’articolo 8 del GDPR sulla privacy e sul trattamento dei dati personali, entrato in vigore il 25 maggio 2018, prevede il divieto di offerta diretta di servizi digitali ai minori di 16 anni. Questo divieto comprende quindi sia l’iscrizione ai social network che ai servizi di instant messaging come WhatsApp, Telegram, Messenger & co. Ogni stato membro può stabilire per legge un’età inferiore a tali fini purché non inferiore ai 13 anni e in Italia, grazie al successivo decreto 101/2018, il tetto è fissato appunto a 14 anni di età, spesso violati da account fake che consentono al minore di accedere e di utilizzare la piattaforma in questione. Oggi l’urgenza è rappresentata dal creare percorsi alternativi che guidino i più giovani all’uso consapevole della rete. Bisogna guidarli per rendere la loro esperienza interessante ed utile anche ai fini didattici. Quale strumento migliore dello sport?

La tecnologia per insegnare ai ragazzi a raccontare lo sport

Perchè non sfruttare questa predisposizione degli utenti digitali più giovani all’utilizzo dei luoghi del web per creare dei percorsi sinergici con lo sport? Sono tanti i ragazzi appassionati di calcio che non conoscono le storie dei miti del pallone. Basti pensare alle storie romantiche legate al Grande Torino o a personaggi come Dino Zoff o Sandro Mazzola. Senza dimenticare il ciclismo, lo sport che ha risollevato il morale di quell’Italia vessata dalle guerre e che ha restituito speranza e si è incarnata nei miti di Fausto Coppi e Gino Bartali. Esiste un progetto che si chiama Sportdigitale Kids nel quale si racconta ai ragazzi questo spaccato storico/sportivo infondendo loro pillole di cultura italiana e allo stesso tempo invitandoli ad immaginare storie da raccontare attraverso il microblogging di piattaforme come telegra.ph. Questa metodologia consente loro di conoscere la storia dello sport, coinvolgere i genitori rispolverando le memorie dei grandi del passato, restituendo un’esperienza fatta di ricerca e produzione di contenuti unici e di valore. Gli esperti digitali che accompagnano i ragazzi in questo processo di apprendimento ed elaborazione, mettono nelle loro mani una base culturale che consenta loro di vivere lo sport anche dal punto di vista didattico.

Raccontare lo sport attraverso Telegra.ph

Il digitale è uno strumento che può e deve essere usato con i più giovani per riscoprire l’amore per la scrittura creativa sportiva assieme al corretto utilizzo delle piattaforme digitali consentite per la propria fascia d’età. Telegra.ph è una piattaforma legata al mondo Telegram, la creatura del fratelli Durov, slegata da ogni autenticazione o log nel web. Questo micro “wordpress” nel suo aspetto essenziale molto simile a servizi come “medium” o le note di Facebook, aiuta i piccoli utenti a scrivere in assoluta sicurezza, senza esposizione mediatica, senza la necessità di un account, in totale anonimato. Un’esperienza che, messa al servizio dei progetti di scrittura creativa in ambito sportivo, si rivela un percorso utile per esercitare i piccoli redattori sportivi nella stesura di racconti e nell’esercitazione dei linguaggi e delle tecniche di scrittura.

Siete curiosi e volete provare anche voi? Questa la guida completa per utilizzare Telegra.ph. Inviateci i vostri racconti e ne faremo una bella antologia sportiva digitale!

Alessandra Ortenzi
WRITTEN BY

Alessandra Ortenzi

Autore Hoepli, giornalista ed esperta di strategie digitali per lo sport, docente nei percorsi di formazione aziendale su temi legati al marketing, alla comunicazione e alla nuova informatica digitale, ha collaborato con l’ufficio stampa e marketing della Federazione Italiana Pallacanestro. Digital Advisor DMTC Sport, struttura e cura i progetti di atleti e professionisti del mondo dello Sport. Collabora con la Link University, Tor Vergata e La Cattolica di Milano nei Master di Comunicazione e Marketing Sportivo e con LNP e IUL ha curato il modulo di Marketing Digitale per il “Corso di formazione e aggiornamento professionale per dirigenti sportivi”.