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Lavorare come SEO: quali competenze?

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Il professionista dell’ottimizzazione sui motori di ricerca o Search Engine Optimization è una figura trasversale, il custode di un canale ben specifico del Marketing digitale.

La prima wave od ondata di professionisti (fine anni ‘90- metà 2000) veniva da un background quasi esclusivamente tecnico, sia per un mercato ancora acerbo dei servizi digitali sia perché la materia stessa della SEO era appannaggio prettamente di ex programmatori.

Le wave successive (dal 2010 in poi) hanno invertito la tendenza, preferendo un profilo più umanistico, orientato ad abilità scrittorie, sull’onda del mantra “il contenuto è Re”. Pur tuttavia si è così dimenticato progressivamente il tesoretto di abilità tecniche necessarie per il ruolo. 

Si rende necessario quindi definire oggi quali competenze deve avere un professionista della SEO, divise fra hard skill e soft skill per comodità di head hunter.

Le hard skill di un professionista SEO

Le hard skill di solito riguardano la competenza in materia di un professionista e chi lo è nella SEO ne deve possedere varie. Rispetto a qualche tempo fa, si scriveva poco sopra, non sono più necessari – anzi sono persino riduttivi – studi specialistici nel campo dell’ingegneria informatica. 

Sono ben più consigliati dei percorsi (accademici e non) rivolti al marketing e alla comunicazione; certo senza dimenticare le opportune certificazioni nel campo della programmazione dei linguaggi web. 

Sebbene il professionista dell’ottimizzazione sui motori di ricerca deve avere una mente aperta e capace di elaborare il pensiero laterale, utile ai fini di rilevare i bisogni dell’utente da intercettare, lo spirito analitico e logico non può trascendere da una preparazione tecnica di livello.

Insomma, si può essere dotati di una grande capacità di creazione dei contenuti perfettamente tagliati per un target specifico, ma se questi sono ospitati su di un portale carente dal punto di vista dell’ottimizzazione del codice, si svolge un lavoro alla metà delle possibilità. 

L’eventualità si presenta anche a parti inverse, con un sito “spaziale” nella navigazione ma che non risponde ad alcuna domanda posta sul canale del Search Marketing.

Un’altra hard skill tipica, la conoscenza linguistica, è anche qui declinata al massimo della sua curva di apprendimento: non basta insomma tradurre ma bisogna localizzare l’intero progetto, ove vi siano interessi transnazionali, in quanto si va a intercettare le richieste non solo di un altro tipo di utente, ma di un altro popolo, con i suoi usi e costumi.

Le soft skill di un professionista SEO

Le soft skill riguardano invece l’attitudine di un professionista. Si parte dal presupposto che chi fa dell’ottimizzazione sui motori di ricerca il proprio lavoro, debba avere una flessibilità e un’adattabilità di molto superiore alla media.

La motivazione è presto detta: specie nel mercato occidentale, quando si parla/scrive/fa SEO ci si riferisce soprattutto a Google. 

L’azienda omonima opera costantemente aggiornamenti al proprio prodotto di punta, il motore di ricerca, e non è semplice riuscire a stare al passo se non sia una certa resilienza professionale.

La stessa elasticità – anche mentale – è richiesta quando si utilizzano gli strumenti della professione, in quanto questi non sostituiscono le competenze e il valore aggiunto apportato dal professionista stesso ma forniscono dati che devono essere interpretati con altre due soft skill quali la creatività e un certo senso di iniziativa.

A chiudere il profilo del perfetto professionista SEO vi è un certo senso della comunicazione, tradizionalmente latitante nei background più tecnici e strabordante in quelli più umanistici, poiché spesso ci si trova a lavorare in team variegati, dove l’apporto della propria professionalità deve essere esplicitato in modo semplice ed adeguato; e in modo ancora più chiaro se si lavora invece da indipendente e ci si relazione direttamente con un cliente.

Sembra una competenza di poco conto ma in realtà spesso ha fatto la differenza fra chi ha hard skill davvero elevate e chi di minore peso ma in grado di comunicarle meglio; specie in un mercato in cui le competenze tecniche sono mediamente poco sviluppate.

Benedetto Motisi
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Benedetto Motisi

Giornalista e Docente. Attivo in Italia ed Est Europa, ha lavorato nelle redazioni di Radio Radicale e di Gruppo HTML (oggi Triboo Media). Ha tenuto e tiene docenze per Politecnico di Milano, Unicattolica, Upter, Regione Lazio, Provincia Autonoma di Trento, CGIL Lombardia, LUISS Enlabs, Henley Business School, Camera dei Deputati. Insegna nei Master di Web Communication e Visual & Marketing Design in REA Academy. Ha pubblicato “Interceptor Marketing” con Flaccovio Editore e contribuito a “Le nuove professioni digitali” per Hoepli. Ricopre il ruolo di Top Influencer per SEMrush, la marketing suite più utilizzata ed è il Direttore Responsabile di Junglam.