La SEO funziona ancora? In molti se lo chiedono e mai come oggi questa domanda appare sensata.
La prima pagina di Google per gran parte delle query di ricerca è ormai “invasa” da annunci a pagamento e spesso il primo risultato organico viene mostrato addirittura a metà pagina, se siamo fortunati nella zona above the fold, e se no nella zona bassa costringendo l’utente a scrollare con il mouse (o scorrere con il dito nel caso di visualizzazione da mobile) prima di trovare il primo risultato organico. Bisogna poi aggiungere che nella parte centrale viene spesso visualizzata una riga di immagini dopo gli annunci e nella colonna destra i box di immagini di Google Shopping (nel caso di query di tipo Ecommerce).
Di conseguenza l’attenzione dell’utente viene catturata nella parte alta (annunci) e dalle immagini e il risultato è un calo notevole del CTR dei risultati organici anche nelle prime posizioni.
Perché cala il CTR? Perché le query digitate dagli utenti continuano a crescere nel corso del tempo e quindi anche le visualizzazioni organiche. Ma i primi risultati organici oggi hanno meno visibilità e quindi raccolgono molti meno click rispetto a prima.
C’è anche da dire che gli annunci a pagamento sono diventati più elaborati e occupano molto più spazio rispetto a qualche anno fa: Prima infatti un annuncio era così composto:
- Titolo: max 25 caratteri
- Descrizione: max 35 caratteri
- Url di visualizzazione
Oggi la situazione è drammaticamente cambiata a sfavore dei risultati organici:
- Titolo 1: max 30 caratteri
- Titolo 2: max 30 caratteri
- Titolo 3: max 30 caratteri
- Descrizione 1: max 90 caratteri
- Descrizione 2: max 90 caratteri
A questo poi dobbiamo aggiungere le innumerevoli estensioni disponibili:
- Callout
- Sitelink
- Snippet strutturati
- Estensioni di prezzo
- Numero di telefono
- Messaggi
- Recensioni
Rispetto alle 3 righe occupate da un annuncio nelle precedenti versioni di AdWords, oggi un annuncio Google Ads può arrivare a occupare anche 7-8 righe.
Ripetiamo la domanda: ma la SEO serve ancora? Alla luce di quanto ho appena scritto abbiamo alcuni elementi in più per poter dare delle risposte e mi verrebbe da dire no per il 60% e si per il 40%. Senza avere altri dati a disposizione o se fossi un neofita direi che i numeri parlano chiaro e allora consiglierei a tutti i miei clienti di lasciar perdere questa rognosa attività i cui risultati si vedono nel lungo (quando va bene) o addirittura lunghissimo periodo, a favore di un investimento in campagne Google Ads.
Bene, in effetti in molti stanno ragionando in questo modo e sapete qual è il risultato? La concorrenza sulle campagne a pagamento è aumentata a dismisura e di conseguenza sono aumentati i costi sia in termini di budget speso sia in termini di costi per conversione. Prendendo come esempio il settore Ecommerce poi, i nostri annunci si trovano a competere con siti come Amazon, eBay, Trovaprezzi… Non scherzo se vi dico che campagne stagionali per i nostri clienti sono aumentate di oltre il 50% dal 2017 a oggi. Inoltre Google Ads è diventato uno strumento sempre più complesso e il livello di conoscenza richiesto per impostare e gestire campagne che siano competitive è altissimo. Il rischio di sperperare budget è sempre dietro l’angolo. Quindi per gestire bene un account Google Ads servono professionisti esperti e molto budget.
Ripetiamo ancora la domanda: ma la SEO serve ancora? Adesso sono davvero indeciso, direi un 50% e 50%. Che faccio?! Provo a lavorare sulla SEO? E se poi tra un anno il mio sito sarà ancora poco visibile? E se ammesso che otterrò buoni posizionamenti il CTR sarà insufficiente?
Oppure mi gioco tutto su Google Ads? Ma quanto budget serve? E poi dove lo trovo un bravo consulente in grado di gestire bene le campagne?
Beh se dovessi darvi un consiglio dopo 12 anni di esperienza in questo settore vi direi senza dubbio di porre le basi della vostra strategia sulla SEO. Nei miei libri e in tutti i corsi di formazione che faccio porto sempre l’esempio della San Marco, un sito che in Socialware seguiamo da circa 9 anni e con il quale abbiamo impostato una strategia perfetta in due mercati altamente competitivi, quello delle piscine fuori terra e quello delle stufe a pellet. La strategia SEO, o meglio di web marketing è da sempre stata orientata alla creazione di contenuti di qualità. Credetemi se vi dico che in 9 anni non abbiamo mai scritto una cosa banale. Poi c’è stato il grande lavoro fatto sul branding. Perché non ve l’ho ancora detto ma la SEO senza un brand ha poco valore, ciò significa che dovrete fare in modo che il nome della vostra azienda giri per il web e che gli utenti ne parlino. In questo modo tutto sarà più facile. Oggi a distanza di così tanto tempo riusciamo a tenere testa ai super big come Amazon, eBay e tutte le multinazionali del settore come Leroy Merlin. Siamo lì, tra la prima e la terza posizione per la keyword più importante e in prima pagina per oltre 900 keyword ad essa legate. Oggi più del 75% delle vendite di questo sito arriva da organico e questa è la dimostrazione di quanto sia utile e importante una SEO fatta bene. Però investiamo molto in campagne Google Ads perché è importante ai fini delle conversioni (vendiamo di più), della visibilità (abbiamo più risultati in prima pagina) e del brand (il nome San Marco è sempre visibile nelle prime posizioni).
Poi ci sono anche esempi di siti che hanno da sempre puntato tutto sull’advertising. È il caso di un’altra bellissima azienda che seguiamo da poco, Teknozone, anch’essa operante in un settore di fortissima competitività, quello della vendita di Smartphone. Il nostro obiettivo era aumentare la percentuale di conversioni organiche. Anche in questo caso dopo una task force durata più di un anno e fatta di ottimizzazione SEO dei contenuti esistenti, creazione di tanti nuovi contenuti di qualità e un lavoro certosino sulla SEO offsite siamo riusciti a portare le conversioni organiche dal 20% al 30% del totale.
Per concludere ripeto ancora la domanda fatidica: ma la SEO serve ancora?
La mia risposta definitiva è SI. Serve e tanto, ma a condizione che venga impostato un progetto di lungo periodo e che a gestirlo sia gente con esperienza comprovata. Tuttavia oggi possiamo affermare con altrettanta sicurezza che un progetto di web marketing dovrebbe sempre accompagnare la SEO a una strategia di advertising su Google Ads, anch’essa seguita da persone con esperienza.