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Essere e Divenire Genitori Digitali

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Come si fa a trasformarsi in Genitori Digitali? Ad esserlo? Ad incrementare le difficoltà e il carico del ruolo educativo con il peso e/o il supporto della tecnologia? A capire dove e come sbagliamo? Se stiamo facendo bene? Se il comportamento comune e più diffuso è quello più giusto?

Per rappresentare questo percorso ho coniato il termine GENITORIALITA’ DIGITALE intendendo con esso il fatto che nell’epoca odierna, gli adulti (genitori, nonni, docenti, formatori) sono tenuti ad assolvere il loro ruolo di guida educativa, resettando vecchie strategie, potenziandole e arricchendole del plusvalore della digitalità (che non vuole essere demonizzata bensì, per l’appunto, compresa nelle sua veste di potenziale strumento di ausilio al vivere quotidiano), nel monito direttivo dell’impossibilità del “non sapere”. 

Possiamo quindi partire da qui, dal ruolo primario degli adulti nell’educazione digitale che ha i suoi tempi, le sue regole, i suoi principi, le sue ramificazioni che soltanto recentemente si sono iniziate a comprendere e a delineare, partendo dagli effetti deleteri di un’inconsapevolezza digitale che ha caratterizzato i primi momenti della rivoluzione digitale o tsunami virtuale, come solitamente tendo a rappresentarla. Si sa, in un percorso di salute, molto spesso l’intervento arriva nel momento in cui si tocca con mano il danno, e giustificati dal fatto che non potevamo sapere inizialmente cosa avrebbe prodotto l’avanzamento digitale nel processo di trasformazione/integrazione nelle nostre vite, oggi abbiamo le premesse per correggere eventuali errori e passi sbagliati in modo da ridirezionare la rotta verso un cammino maggiormente consapevole. 

L’innovazione tecnologica da una parte, ci costringe come adulti a stare a passo con i tempi e aggiornarci rispetto al progresso che è entrato in modo fulmineo nelle nostre case e dall’altra, ci fornisce la possibilità di fare un bilancio critico del processo educativo tout court per far si che si possa garantire alle nuove generazioni una continuità educativa che non venga a disgregarsi in una fluidità liquida che senza un argine contenitivo può creare disagi, fenomeni nuovi molto spesso deleteri.

Il divario generazionale, visto come uno degli effetti dell’avanzamento tecnologico, viene in questa prospettiva considerato come epifenomeno da tenere in considerazione e comprendere allo scopo di sviluppare programmi formativi e azioni d’intervento volti ad un riequilibrio delle dinamiche di trasmissione del sapere e dei valori, motore propulsivo generazionale da sempre.  

In questo processo di rivisitazione e bilancio non si è soli, e soprattutto non si parte da zero, da una tabula rasa dell’educazione, ma forti di un bagaglio scientifico, e sapere culturalmente e generazionalmente trasmesso, fatto anche e soprattutto di esperienze e messe alla prova, possiamo procedere con obiettività verso l’osservazione di alcuni nodi principali educativi che non debbono essere cancellati bensì integrati nell’avanzamento digitale, in modo da predisporre delle linee guida da condividere e diffondere per creare quella compattezza e quella solidità che il ruolo guida adulto necessita.  

La promozione della resilienza, del reagire in modo costruttivo di fronte ad un ostacolo, è uno degli obiettivi che la psicologia tende a promulgare come risorsa individuale e collettiva, e in tal senso la sfida della nuova frontiera dell’educazione e dell’alfabetizzazione digitale, deve vederci uniti e forti nella consapevolezza di avere in mano il processo educativo senza abdicare ad assunzioni di ruolo (strumentali e/o generazionali). 

Da parte mia la motivazione primaria che animerà i miei scritti e i miei interventi formativi sarà quella di tentare di fare chiarezza rispetto ai punti cardine dell’educazione digitale, basandomi su un approccio scientifico che coniuga teoria, ricerca e clinica, allo scopo di dare in mano strumenti utili ed indicazioni pratiche che possano sostenerci nella comprensione di nuove modalità comunicative, relazionali, ludiche e di apprendimento. 

Da questo spazio condiviso, finestra web co-costruita e partecipata, si cercherà di costruire una rete integrata di adulti consapevoli  responsabilmente orientati ad educare digitalmente senza timore e resistenze, che nei diversi ruoli ci aiuteranno a godere dei benefici della digitalizzazione, senza farci prevaricare da un’inconsapevolezza algoritmica che può cancellare, sotto forma di automatismi e fare compulsivo,  il motore primario che governa il touch, ovvero: il nostro cervello e la nostra capacità di parola.

Barbara Volpi
WRITTEN BY

Barbara Volpi

Psicologa, psicoterapeuta, PhD in Psicologia Dinamica e Clinica, collabora con il Dipartimento di Psicologia dinamica e clinica della Sapienza – Università di Roma, è docente al Master di II livello sul Family Home Visiting, presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica- Sapienza- Università di Roma e presso l’Accademia di Psicoterapia Psicoanalitica [SAPP] di Roma. È membro dell’Italian Scientific Community on Addiction della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Politiche Antidroga e Socio Fondatore della SIRCIP [Società Italiana di Clinica, Ricerca ed Intervento sulla Perinatalità). È autrice di numerose pubblicazioni e articoli di ricerca, e interventi sul tema dell’Educazione Digitale. Tra le sue ultime pubblicazioni segnaliamo: «Gli adolescenti e la rete» (Carocci, 2014) e per il Mulino «Family Home Visiting» (con R. Tambelli, 2015) e “Genitori digitali. Crescere i propri figli nell’era di internet” (2017).