Il potere del web e delle comunità a servizio del business per campagne, prodotti, servizi e progetti è al centro del successo del crowdfunding. Di cosa si tratta? Di una classica colletta. Cos’ha di nuovo? L’enorme potenzialità messa a disposizione da internet. Non è miraggio esclusivo di grandi personaggi pubblici o brand internazionali: il crowdfunding sul web nasce da zero, da un’idea, e offre agli imprenditori un enorme vantaggio, oltre a quello di ricevere finanziamenti. Le persone che appoggiano la campagna di crowdfunding danno un contributo prezioso, il loro feedback. Si schierano, ancora prima di acquistare il prodotto e questo li rende potenziali acquirenti.
Dall’edilizia alla politica: crescita e sviluppo del crowdfunding
Si comincia a parlare di crowd (folla) e funding (raccolta fondi) nel 2006, quando un giornalista di Wired riuscì per la prima volta a rappresentare il concetto dietro un fenomeno avviato da più di un secolo. Pochi sanno infatti che il primo crowdfunder è stato Joseph Pulitzer (sì, il Pulitzer al quale è dedicato il più importante premio per il giornalismo del mondo) che nel 1885 ideò e organizzò una campagna pubblica di raccolta fondi per la costruzione della Statua della Libertà.
Ben 123 anni dopo in America il crowdfunding venne utilizzato per finanziare la campagna elettorale di Barack Obama, che chiese a quella platea enorme di elettori americani un contributo che lo portò a raccogliere oltre 50 milioni di dollari. A detta di molti, questa sarebbe stata la strategia vincente per quello che sarebbe diventato il primo presidente di origini afroamericane a ricoprire la carica di Presidente.
Oggi chiunque può avviare una campagna di raccolta fondi tramite piattaforme online dove è possibile descrivere un progetto, dare delle anticipazioni ma soprattutto promuoverlo con il collegamento ai social network. Le piattaforme più evolute (e consigliate) consentono infatti di collegare le proprie attività ai propri profili social: in questo modo la campagna ha più visibilità.
Non è tutto oro quello che luccica: ci vuole strategia
Perchè qualcuno dovrebbe fare una donazione ad un perfetto sconosciuto che vuole lanciare un nuovo prodotto sul mercato o un servizio professionale? Non è semplice come sembra: attirare l’attenzione di chi dall’altra parte dello schermo assiste passivo non è da tutti e non si ottiene di certo con l’improvvisazione.
Il coinvolgimento dei donatori deve giocare sul terreno della creatività: bisogna stupire con effetti speciali. Quali? Quelli della narrazione. Dare valore al proprio progetto attraverso un racconto unico e sorprendente è l’unico modo per aumentare le possibilità di attrarre investimenti.
Ci sono tecniche e attenzioni che una strategia di crowdfunding deve considerare. Ci vuole spirito di iniziativa, coraggio e soprattutto coinvolgimento. I progetti che ottengono maggiore successo sono quelli in grado di unire le persone e a farle sentire parte di qualcosa di più grande. E’ il concetto della comunità.
Perchè un corso sul Crowdfunding
Prima di lanciare una campagna di raccolta fondi sul web ci vuole preparazione. Ci sono piattaforme specifiche, ognuna con le sue caratteristiche, pregi e difetti, ci sono toni e stili di comunicazione vincenti per determinati business e materiali da produrre prima della messa online. Bisogna fare considerazioni sul budget, sul timing e sull’analisi a campagna chiusa. L’istinto in questo caso non aiuta, una corretta pianificazione invece è sempre la strada migliore!