Il Parlamento ha approvato una mozione che impegna il Governo a intraprendere, entro il 2022, azioni concrete per introdurre l’obbligo di insegnamento del coding nella scuola dell’infanzia e in quella primaria. Una proposta che guarda al futuro, per costruire nei bambini competenze che saranno fondamentali nel futuro mercato del lavoro. Ecco perché.
Coding e didattica, tutti i vantaggi di uno strumento innovativo
La traduzione letterale, in italiano, della parola inglese coding è programmazione. Il riferimento è, ovviamente, alla programmazione informatica, cioè a quell’attività che sta dietro al funzionamento di tutti gli strumenti e i software digitali che si utilizzano ormai nella vita quotidiana.
Studiare e sperimentare il coding, soprattutto nei più piccoli, aiuta a sviluppare il cosiddetto pensiero computazionale, ovvero una forma estremamente efficace di risoluzione dei problemi attraverso la logica e la creatività (problem solving, per rimanere fedeli agli anglicismi). Inoltre, conoscere le regole e i meccanismi della programmazione rende i ragazzi davvero “padroni” dei loro dispositivi digitali, e trasforma questi ultimi in giochi estremamente creativi, divertenti ed istruttivi.
Alla luce di queste potenzialità, appare chiaro che il coding può svolgere un ruolo fondamentale come strumento didattico. Sia per la sua importanza intrinseca, dato che fornisce competenze nuove ed essenziali, sia per le abilità e le capacità che aiuta a sviluppare e che poi si possono applicare alle materie tradizionali. Per comprenderne il potenziale, è sufficiente pensare a quanto può essere importante per un bambino, futuro lavoratore di un mondo ancora più digitalizzato di quello odierno, cominciare ad avere dimestichezza con argomenti come l’intelligenza artificiale, la robotica o le biotecnologie.
Coding a scuola, obbligatorio per la primaria e l’infanzia
Il coding come strumento didattico è anche una delle leve chiave su cui punta il MIUR per innovare il mondo dell’istruzione. Non a caso questo insegnamento è stato inserito nel Piano Nazionale per la Scuola Digitale. E un ulteriore passo in questa direzione si è fatto nel mese di marzo 2019, quando il Parlamento ha approvato una mozione che impegna il Governo a realizzare azioni concrete per far entrare il coding nei programmi della scuola dell’infanzia e di quella primaria. L’orizzonte temporale per adempiere a questo obbligo è il 2022.
La strada, però, è lunga, e serve mettersi in cammino per tempo. Introdurre il coding a scuola, infatti, significa anche adeguare la strumentazione disponibile all’interno degli edifici scolastici, co come la formazione dei docenti.