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Chi ha ucciso l’identità di marca?

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Chi ha ucciso l’identità di marca? Una domanda forse provocatoria sulla quale vi invito a riflettere con questo articolo se, per caso, lavorate alla progettazione di una marca, alla sua strategia comunicativa, commerciale oppure di marketing.

Ogni giorno, forse in modo semplicistico, vengono risolti problemi più o meno importanti che dipendono dal nostro ruolo e dalla nostra competenza: l’imprenditore, ad esempio, si concentra sul prodotto o servizio che vuole offrire, il responsabile di produzione cerca la soluzione più conveniente per abbattere i costi, il reparto commerciale scopre nuovi mercati da conquistare, il team creativo dà libero sfogo alle idee, il digital strategist vive il contesto virtuale ritenendolo strategico perdendo, forse, un po’ di vista il mondo reale.

Questo per dire che, pensando a un’azienda, esistono diverse aree importanti in grado di compiere azioni fondamentali e necessarie a mantenere in vita la realtà imprenditoriale stessa ma non sempre capaci di rafforzare la marca e, quindi, la percezione che le persone ne hanno. Molto spesso ci troviamo di fronte a una situazione di indebolimento, perché?

Perché ci hanno abituati a pensare in modo singolare facendoci credere che la risoluzione di una difficoltà secondo la nostra competenza fosse abbastanza mentre ci ritroviamo, poi, nella situazione di equilibrio destabilizzato.

Un esempio potrebbe essere lo spostamento delle attività produttive nei paesi asiatici che rappresenta una di quelle scelte a vantaggio della logistica e della produzione che vedono diminuire i costi ma non per il reparto marketing che, nel frattempo, perde un valore identitario forte come quello rappresentato dall’espressione “Made in Italy” che, in un attimo, diventa priva di significato trasformandosi in uno stereotipo abusato.

Per questo è necessario lavorare scegliendo di mettere al centro della propria progettualità l’identità che diventa fulcro delle decisioni e alleata indispensabile per poter avere opportunità e arginare eventuali minacce.

Come può accadere questo?

Creando una nuova cultura imprenditoriale, progettuale, strategica, creativa e comunicativa fondata sulla consapevolezza dei valori che davvero ci differenziano e che, certamente, non possiamo trovare precostituiti.

Viviamo in un momento sociale e culturale particolare nel quale gli scenari economici sono in continua evoluzione, le possibilità che si presentano infinite come le variabili che possono incidere sulla buona riuscita o meno di un’idea e per questo è necessario spostare il nostro punto di osservazione.

Facciamo risaltare l’esperienza che saremo in grado di far vivere. 

Facciamoci forti attraverso i nostri tratti distintivi.

Progettiamo la nostra identità in modo nuovo e diverso senza, per forza, iniziare dal prodotto finale.

Pensiamo alle persone, a cosa vogliano vivere e pensiamo a loro non come fossero modelli costruiti da un algoritmo.

Iniziamo da questi piccoli suggerimenti per creare un’identità di marca, personale o aziendale unica e differenziante perché se non iniziamo da qui tutti dovremo rispondere alla domanda iniziale: chi ha ucciso l’identità?

E scopriremo che, in fondo, siamo tutti un po’ colpevoli.

Graziano Giacani
WRITTEN BY

Graziano Giacani

Artigiano della comunicazione con la passione della ricerca e dell’identità cerco, ogni giorno, di portare il senso pratico ma profondo del saper fare nel mondo della comunicazione della quale mi occupo dal 2001. Mi occupo di brand studiando e progettando l’identità di aziende, territori e persone. Ho ideato Brand Festival, il primo appuntamento nazionale dedicato all’identità di marca. La mia officina della comunicazione artigiana è Premiata Fonderia Creativa.