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Blockchain e Smart Contract: in Italia il primo via libera al riconoscimento da parte del Senato

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Tutti abbiamo sentito parlare di Bitcoin e di Blockchain. Qualcuno si sarà incuriosito e sarà andato ad approfondire; qualcun altro avrà pensato che non fa per lui, tecnologia da nerd; altri ancora si saranno fermati in attesa di sviluppi che la rendano una tecnologia alla portata di tutti.

La Blockchain è la tecnologia che sta alla base di Bitcoin, la rete peer-to-peer che permette a chiunque di pagare beni e servizi non attraverso la valuta legale e senza alcuna autorizzazione di governi e banchi, ma bensì con una valuta innovativa, ovvero Bitcoin. Nel mondo si stima siano quasi 10 milioni le persone che fanno scambi con questa moneta.

Il protocollo Blockchain, che consente questo scambio di informazioni, funziona come un registro, posseduto da tutti quelli che scambiano le informazioni, che salva in maniera permanente e immutabile le transazioni.

Perché è rivoluzionaria questa tecnologia?

Perché è in grado di garantire: decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità. Questo può comportare uno stravolgimento in diversi settori economico-sociali per come li conosciamo oggi; qualche esempio: banche, commercialisti e notai, governi e produttori.

L’Italia ha fatto un passo avanti importante in questo senso con il via libera, dato il 23 gennaio dal Senato, al riconoscimento del valore legaledelle tecnologie basate su registri distribuiti come la Blockchain.

Concretamente si traduce nella «possibilità di dare un valore giuridico a una transazione che sfrutti un registro elettronico distribuito e informatizzato, senza passare da notai o enti certificatori centrali», ha spiegato Fulvio Sarzana, avvocato e membro del gruppo di esperti istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Inoltre, la norma relativa allo smart contractriconosce valore giuridico a un contratto eseguito in automatico da un programma informatico.

Aggiunge Sarzana: «Basterà mandare (con un servizio digitale) un documento a un registro informatico distribuito blockchain e lo renderemo un ‘super documento’ in grado di rivestire il ruolo di validazione temporale, di documento scritto e di identificazione delle parti. Sarà utile per esempio per registrare un’opera soggetta al diritto d’autore o per certificare i passaggi di filiera di un prodotto dell’agro-alimentare, proteggendo così il made in Italy, anche ai fini di anticontraffazione».

Questo passaggio rappresenta una rivoluzione epocale in Italia, come in Europa, dove già da aprile 2018 ventidue paesi dell’Unione Europea si sono riuniti nella European Blockchain Partnership,allo scopo di favorire la collaborazione in campo tecnico e normativo e nel settore delle criptovalute.

Il protocollo Blockchain è un’innovazione tecnologica che trova eguali solo se paragonato all’invenzione di internet.

A dieci anni dalla sua invenzione, Bitcoin e Blockchain trovano sempre maggiore diffusione: infatti la Comunità Europeaha investito già 80 milioni di euro in progetti legati alla Blockchain, e circa 300 milioni di euro nello sviluppo della tecnologia entro il 2020.

Essere pionieri in questo settore oggi offrirà grandi opportunità domani.

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